Mostra al tuo lettore, invece che raccontare

Mostra, non dire

Quando si inizia a scrivere, oltre a studiare manuali di scrittura, si tende a leggere numerosi post e blog sull’argomento. Si cerca di carpire i segreti di chi c’è già passato, per trarne un insegnamento da applicare al proprio lavoro. L’aspirante scrittore in particolare è molto avido di consigli e suggerimenti, che possono aiutarlo nella scrittura e nella realizzazione del suo sogno: scrivere un libro.

 Mostra, non raccontare

Qualche giorno fa ti avevo consigliato 5 eccellenti suggerimenti, in questo post invece voglio fermarmi a riflettere su un concetto che riguarda un’affermazione condivisa unanimemente da tutti gli scrittori: mostra, non dire.

Dietro a questa semplice affermazione c’è in realtà un intero manifesto. I tuoi racconti, le tue storie, non devono semplicemente dire qualcosa al tuo lettore, devi mostrare, devi far immaginare quello che scrivi, imprimendo nella mente di chi legge immagini, sensazioni ed emozioni, come se fossero reali.

Mostra al tuo lettore, invece che dire

Più sarai bravo a mostrare, più riuscirai a coinvolgere i tuoi lettori e ad instaurare quel rapporto duraturo, che li legherà a te: posso affermarlo con certezza, perché è ciò che accade anche a me quando leggo alcuni ebook di autori emergenti o libri di autori affermati; se soddisfano questi requisiti, sarò sempre sui loro blog, sulle loro pagine di Amazon e sugli scaffali delle librerie a loro dedicati.

 Ma come si fa a mostrare…

Mostrare, è in realtà tutt’altro che facile. Mostrare, significa contemporaneamente saper scrivere e comunicare al lettore attraverso le parole. Significa cibare la sua mente, e se il cibo non è di qualità il lettore si disinteresserà facilmente alla lettura.

Per saper mostrare, devi quindi leggere molto: più leggerai e più sarai in grado di generare emozioni in chi legge.

Per mostrare, devi anche far leggere ciò che scrivi, a parenti, conoscenti e amici. Le loro reazioni e commenti, saranno un preziosissimo feedback per il tuo allenamento.

Ora per concludere voglio proporti un breve esempio, su cosa significa mostrare al lettore, anziché dire:

Dire

La stella brillava in cielo.

Mostrare

La stella risplendeva e scintillava in cielo, al pari di una moneta d’argento illuminata, su uno sfondo di velluto nero.

8 commenti

Cosa ne pensi
  • Beh, ti dirò: “La stella brillava nel cielo” è mostrato perché già basta al lettore per avere un’idea in mente di ciò che gli stai dicendo mentre “La stella splendeva e scintillava in cielo, al pari di una moneta d’argento perduta” è un paragone per me poco azzeccato, perché “una moneta di argento perduta” non ha un brillore particolare e quindi non lo capisco, non capendolo mi immagino qualcosa, quindi è come se tu lo avessi solo raccontato.
    Insomma, usa similutidini ed esempi più semplici e più immediati, qualcosa tipo:
    Raccontato: Carlo tirò una mazzata a Giovanni (cosa che comunque può anche non richiedere di essere mostrata in base al contesto, ma è un esempio utile secondo me).
    Mostrato: Carlo mosse rapidamente entrambe le braccia dall’alto verso il basso e la mazza che stringeva saldamente tra le mani colpì con forza la spalla sinistra di Giovanni (scritto da cani, ma credo importi poco, si dovrebbe capire).
    Spero di esserti stato utile 😉

    • Ciao Francesco benvenuto,
      penserò a come migliorare gli esempi, per rendere ancora di più l’idea. Forse ho reso sin da subito troppa enfasi nel dire, che quindi non ha ben impresso coloro che leggono; ti ringrazio comunque per il tuo contributo… a presto!

  • E’ verissimo: un ottimo scrittore non è essenzialmente descrittivo, è emozionale. I sentimenti, le sensazioni devono fluttuare sullo sfondo, creare l’atmosfera, accogliere il lettore tra le pagine, da fruitore passivo a protagonista. E’ uno sforzo creativo che solo i grandi sanno realizzare: per quanto mi riguarda, riconosco ad Agatha Cristie questo pregio. In genere, dopo poche pagine, altri mi annoiano. E’ il sogno che rincorro da sempre: spero di raggiungere questo fine, esercitando soprattutto lo spirito d’osservazione e la sana speculazione psicologica, libera da artifici stilistici o linguistici.L’arte, infatti, dev’essere diretta e comprensibile per dirsi tale.

    • Ciao Maria,
      eh sì… credo che il tuo sogno coincida anche con quello di molti altri scrittori. Non è semplice far emozionare le persone attraverso la scrittura e chi ci riesce ha davvero una marcia in più. Tuttavia mi chiedo se può bastare l’esercizio per ottenere questo risultato?

  • La prima frase va già bene come showing. Non saprei come metterla in telling, ma forse possiamo fare un confronto di questo tipo:
    Telling: quella sera il tempo era buono
    Showing: le stelle splendevano in cielo
    Cioè, anziché dire che il tempo è bello, mostri concretamente come si manifesta il bel tempo. Questo non vuol dire che la seconda frase sia in assoluto migliore della prima, come ti ho detto dipende tutto dal sistema che le sta intorno.

    Mi chiedi come migliorare la seconda frase. Dipende da molte cose. Ammettiamo per esempio che tu stia scrivendo limitando il punto di vista a quello di un aspirante poeta non troppo dotato: potrebbe tirare fuori una frase del genere e andrebbe bene. Pure, in determinate circostanze il paragone potrebbe essere piacevole: immagina un barbone che ha passato tutta la giornata a chiedere le elemosina e ora si corica sotto un cartone: le stelle possono sembrargli monete, e ciò potrebbe avere un buon risvolto emotivo sul lettore.

    È da tanto che progettavo di aprire un sito in cui includere i miei pensamenti (…ma come l’ho scritta ‘sta frase? XD). Ora come ora, però, non avrei il tempo di gestirlo; per questo mi accontento di passare su penna blu tutti i giorni. Forse dopo l’università tornerò a pensarci.

    P.S.: vedrai che Stoner non ti deluderà. Almeno spero.

    • Grazie mille per il tuo contributo, lo terrò in seria considerazione e spero proprio che presto riuscirò a leggere il tuo blog.

  • La cosa è un po’ più complessa di così. La tua prima frase d’esempio è in realtà già uno “showing”. La seconda credo che da molti editor verrebbe considerata peggiore in quanto: 1- ha una ripetizione di concetti (splendeva/scintillava… E metterei pure “in cielo”), 2- ha un paragone non utile e neppure troppo originale.
    In genere si fa l’esempio coi sentimenti perché è più facile: o dici che tizio è triste o mostri che piange… Sì, insomma, usare dati sensoriali anziché concettuali. E naturalmente, usare una narrazione scenica anziché riassuntiva, ed è anche per questo che si dice di evitare gli avverbi (che sono sempre telling) e bla bla bla, le solite cose.

    Sono comunque dell’opinione che esistano una miriade di sistemi secondo cui la scrittura può funzionare, e una applicazione sistematica dell’SDT é solo uno di questi. In particolare, credo che una scrittura con scene isolate da blocchi di riassunto, come è nei libri di Marquez o di John Williams, possa essere più piacevole di una scrittura completamente scenica (anche se non credo si adatti alle aspettative di certi generi: immagino che io lettore di thriller voglia anzitutto scene, per esempio).

    P.S.: mi sbaglio o ti ho visto su PennaBlu?

    • Ciao LiveALive benvenuto!
      Ti ringrazio molto per la tua preziosa analisi; l’esperienza in questo campo sicuramente conta molto. Secondo te quindi, come dovrebbe essere la prima frase, per non essere troppo “showing” e diciamo più “telling”? E invece come correggeresti/miglioreresti la seconda frase, rendendola accettabile?

      Sì leggo ogni giorno PennaBlu, lo trovo davvero molto interessante e originale, una fucina di idee e consigli per chi si avvicina alla scrittura (e non). Seguo con interesse anche i tuoi commenti, che trovo competenti e ricchi di spunti… peccato non hai un blog, sarebbe bello poterti leggere in quest’ambito.

      P.S.: alla fine ho comprato anche io Stoner, mi hai fatto davvero incuriosire!

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