Scrivere un romanzo partendo da un’idea

Scrivere un libro partendo da un'idea

Il sogno di ogni aspirante scrittore è quello di scrivere un romanzo, il proprio romanzo, la propria storia. Nel web sono davvero tanti i blog e i siti che forniscono consigli e suggerimenti su come scrivere un romanzo, tuttavia per raggiungere l’obiettivo, questi spunti devono essere accompagnati da un serio e costante impegno personale.

Certamente i consigli servono a chiarire le idee, a mettere in pratica alcune strategie che possono aiutare chi scrive ad organizzare meglio il lavoro, a pianificare i passi da seguire nel processo creativo e così via, ma nella realtà, davanti al PC siamo solo noi e la nostra idea iniziale.

 Scrivere un romanzo da un’idea

Molti autori indipendenti prestano poca attenzione allo sviluppo iniziale dell’idea, in quanto convinti che una semplice intuizione possa essere sviluppata in seguito, durante il corso della scrittura. Non condivido questa attitudine, poiché personalmente attribuisco una fondamentale importanza all’idea portante sulla quale si baserà l’intero sviluppo del romanzo.

Per gli autori stranieri esiste il culto dei writing prompt che rappresentano dei veri e propri punti di partenza per lo scrittore: la scintilla iniziale che dà il via a tutto il processo creativo e che porterà alla realizzazione del romanzo.

Scrivere un romanzo partendo da un'idea

È proprio grazie ad un’idea ben delineata che sarà poi possibile organizzare la stesura di una trama, prima abbozzata magari ma poi sempre più dettagliata, dalla quale emergeranno i protagonisti della storia che potranno essere così caratterizzati dall’autore in favore del lettore, e che assumeranno i loro ruoli nella storia secondo quanto disposto da scene e i capitoli, fino alla fine del romanzo.

Ma oltre a concedere ampio spazio alla creatività è anche importante saper riconoscere il valore delle nostre idee, ed è per questo motivo che per me è stato molto utile tenerne una traccia scritta.

Con il passare del tempo infatti, mi sono appuntato moltissimi prompt da poter successivamente elaborare e dai quali poter far nascere eventualmente una storia; rileggendoli a distanza di qualche mese, alcuni si sono rivelati ancora interessanti, altri invece sono stati infaustamente depennati dalla lista.

Ovvio… il mio è semplicemente un approccio molto personale; tuttavia sarei proprio curioso di sapere come la pensi su questo argomento: l’idea iniziale ha un’importanza fondamentale, oppure no?

10 commenti

Cosa ne pensi
  • Ciao, concordo con la tua visione pur da totale scrittore in erba, nonostante la mia veneranda età.
    Da un’idea nata in una notte passata nel dormiveglia e alimentata da una lunghissima passione per la fantascienza ho iniziato a scrivere un romanzo che però temo diventerà una trilogia o più .
    Dall’idea, sfruttando un programma di note (tipo Evernote) ho iniziato a mettere giù le idee, creare personaggi e l’ambientazione. Sono arrivato al punto, con un programma di grafica, a disegnare anche le planimetrie delle astronavi per avere un’idea migliore delle ambientazioni.
    Ci sto lavorando da circa un anno e lo scopo è mantenere attiva la mente da pensionato. Temo che la dimensione dell’opera toccherà il numero di parole del Signore degli iAnelli o Guerra e Pace Ma lo stimolo e forte, ho ripreso a studiare la grammatica, astronomia, un po di fisica. Ho iniziato a capire come scrivere i dialoghi. Grazie per condividere le tue idee e riflessioni.

    • Ciao Riccardo benvenuto!
      Grazie a te per aver condiviso la tua esperienza… scrivere non ha tempo, lo si può fare in ogni momento della vita. L’importante è alimentare la propria passione, esattamente come stai facendo te! E se il tuo romanzo diventerà una trilogia, meglio ancora! Vorrà dire che tu avrai ancora tanti anni da poter dedicare alla tua “creatura” e noi più cose da leggere…

      Non mi resta altro che farti un enorme in bocca al lupo per tutto.. e spero davvero presto di poter leggere la prima parte del tuo romanzo… grazie per essere passato e a presto!!!

      C.

  • Ciao, premetto che quello che definisci nel post è una sorta di corpo narrativo, che in sostanza non sono altro che idee a cui diamo una forma ben precisa. Dal corpo narrativo passiamo poi alla bozza del testo che è una cosa diversa. Ho creato un post proprio questa mattina riguardo alla bozza, che sarà online la prossima settimana. Con la bozza andiamo a definire più approfonditamente le idee tramite alcune metodologie per plasmare ed edificare in maniera efficace una storia mantenendo 3 semplici leggi di cui ha bisogno un libro: Originalità, Credibilità e Coerenza.
    Il punto che voglio portare è uno solo, senza andare fuori tema. In pratica il lettore deve prima “vedere” ciò che deve scrivere, quindi deve essere partecipe a ciò che scrive prima ancora di scriverlo. Inoltre non esistono idee buone o cattive, solo noi possiamo definirle tali in base alla storia che vogliamo scrivere, ma, se permetti un consiglio, porta avanti queste idee, sviluppale come un piccolo e breve racconto solo poi potrai dire “si può andare” oppure “no”, ma non scartarle a priori. E’ sempre una palestra di scrittura, male che vada ti alleni. L’idea iniziale è sì importante ma non fondamentale, Ti parlo per esperienza personale.
    “L’idea in se cos’è se non sabbia al vento nell’affollato mare della nostra mente?”

    • Ciao Emiliano benvenuto,
      grazie per la tua analisi e per le precisazioni, non mancherò di leggere il tuo post.

      A presto!

  • Le idee sono affascinanti perché all’inizio, non sembrano richiedere alcuno sforzo. Ma l’idea di un romanzo ha bisogno di un sacco di lavoro per diventare credibile e tangibile. Io per adesso mi limito a creare le schede dei personaggi, a buttare giù gli snodi, a immaginare scene. Non ho mai fatto niente del genere quindi non so se sia efficace oppure no. Credo però che “buttarsi” a scrivere senza avere imparato a conoscere bene i personaggi, sia pericoloso. Esiste il rischio di ritrovarsi ben presto senza benzina, non sapere come procedere perché non si è passato abbastanza tempo con questi personaggi, non si conoscono a sufficienza. E in breve il fuoco si spegne.

    • Ciao Marco,
      far nascere il romanzo vero e proprio da un’idea, è senz’altro un lavoro impegnativo, minuzioso e senza dubbio molto creativo. In seguito, lo sviluppo dell’idea non può non tener conto dei protagonisti della storia e pertanto il tuo, mi sembra un ottimo suggerimento.

  • Ciao, certo che bisogna avere metodo ma dipende anche da cosa si scrive.
    Io personalmente se scrivo un racconto, mi faccio guidare dai sentimenti e la storia fiorisce fluida (poi ovviamente si da una controllata e anche due o tre) gli schemi mi sono serviti solo in alcuni casi per appuntarmi i nomi di personaggi secondari e per avere una fascia temporale.
    Invece se devo scrivere post, commenti o recensioni sul mio blog ho bisogno di tutto l’aiuto possibile (con schemi, link e chi più ne ha ne metta:)
    D’altra parte ho avuto modo di parlare con chi schematizza ogni capitolo del suo racconto che poi amplia… ognuno ha il suo metodo.
    Partendo dal presupposto che secondo me si impara sempre e domani si scriverà sempre meglio di ieri 😛
    Questo è il mio modesto e personalissimo parere ^^

    • Ciao Sara,
      grazie del tuo personalissimo e ben accetto parere 🙂 … a me invece capita esattamente il contrario: per i post non ho alcun bisogno di schematizzare, mentre per quanto riguarda i racconti, ho proprio bisogno dei binari, per non rischiare brutte sorprese!

      Hai comunque ragione tu alla fine… ogni giorno si accumula maggiore esperienza e si impara qualcosa in più, per affrontare con maggior sicurezza il giorno seguente…

  • Ho scritto un post al riguardo proprio la settimana scorsa.
    Io credo che il sesto senso dello scrittore sia fondamentale per arrivare alla meta. Non è sufficiente avere un’idea e svilupparla con la tecnica, anche se la comunione fra ispirazione e manovalanza è fondamentale. Secondo me, serve molto di più. Un’idea deve saperci vibrare dentro. Deve essere un faro nella notte. E questo riguarda non solo l’intera opera, ma anche le singole scene, i singoli capitoli. Se ogni episodio narrativo è considerato come un racconto a sé stante, lo scrittore è stimolato a dare sempre il massimo.

    • Ciao Chiara e grazie del tuo punto di vista,
      sono d’accordo. Quello che tu definisci sesto senso dello scrittore, immagino si possa chiamare in alternativa talento, senza il quale pur avendo un’ottima idea, potrebbe risultare lo stesso difficile centrare l’obiettivo… corro subito a dare uno sguardo al tuo post allora, questi ultime settimane sono rimasto un po’ indietro nel controllare tutti i feed 😉

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Copyright © 2014-2018 - Carlo Armanni owner Aspirante Scrittore | Cookie - Policy /Privacy